martedì 9 febbraio 2016

RECENSIONE #7 ~ La Strana Biblioteca di Murakami Haruki



Buongiorno lettori ♥

Finalmente scrivo in una giornata piena di relax. Niente più esami in vista (almeno per ora, il 29 ne ho un altro t.t), per un paio di giorni potrò finalmente godermi la nullafacenza. u.u 
Inoltre sono emozionatissima, perché l'esame di ieri, che è andato benissimo, era uno dei più difficili del corso. Ed era il mio penultimo esame. Questo significa che dopo il 29 febbraio io sarò libera. LiberaLI-BE-RA!
Sì, ok, mi do un contegno. Ma l'idea di non dover più fare esami fino a quando non mi iscriverò alla magistrale è emozionante *-*
Anyway.
Non sono qui per parlarvi di me, ma di un libro che non vedevo l'ora di leggere!
Questo libro l'ho ordinato qualche giorno fa su ibs, ieri finalmente mi è arrivato e l'ho divorato in un'oretta scarsa.
Il libro in questione è... La strana biblioteca di Murakami Haruki.







La Strana Biblioteca
Murakami Haruki


 
Genere, Fiaba • Editore, Einaudi • Collana Supercoralli •  Pagine, 80 • Prezzo, 15,00€ (cartaceo), 9,99€ (ebook)


Tornando a casa dopo la scuola, uno studente si ferma in una strana biblioteca. Certo, anche la sua richiesta è un po' strana. Chiede alla bibliotecaria qualche libro che possa soddisfare la sua ultima curiosità (è un bambino curioso, il nostro protagonista): la riscossione delle tasse nell'impero ottomano. La bibliotecaria lo manda alla stanza 107. Qui l'aspetta un altro bibliotecario, ancora più bizzarro della prima: "aveva la faccia coperta di piccole macchie nere, come tanti moscerini. Era calvo e portava occhiali dalle lenti spesse. La sua calvizie non era uniforme. Tutt'intorno al cranio gli restavano ciuffi di capelli bianchi ritorti, come in un bosco dopo un incendio". E davvero una ben strana biblioteca, questa! Il bibliotecario accompagna il bambino attraverso un labirinto di corridoi e stanze, finché non arrivano in una stanza dove riposa un piccolo uomo vestito con una pelle di pecora. E qui le cose si fanno brutte: il bibliotecario e l'uomo-pecora spingono il piccolo in una cella. Il bambino rischia di fare una fine terribile se non arrivasse in suo soccorso una ragazza sconosciuta...








Personalmente adoro Murakami, ho letto tantissimi dei suoi libri, soprattutto tra quelli più vecchi e... niente, il suo modo di scrivere è unico. Uno stile enigmatico, che riesce a catturarti fin dalle prime pagine, affrontando diverse tematiche in modo molto profondo.
Mi sono innamorata di questo scrittore leggendo Tutti i figli di Dio danzano, una raccolta di sei racconti, che sembrano pura poesia. Un viaggio affascinante, la lettura di questo libro.
Ho letto anche altri racconti di quest'autore, anche altri libri: mai e dico mai mi ha deluso. In ogni libro ho sempre trovato quella vena poetica, quella punta di surrealismo che aleggia nei suoi romanzi e che ci tiene incollati alla lettura. Quella parte dell'autore che cerca di esplorare la mente umana, il suo cuore, per mandarci un messaggio ben definito.
Insomma, ho sempre amato qualsiasi cosa fosse uscito dalla penna di Murakami. Per questo, non appena ho scoperto (in ritardo, ahimè!) questo ultimo libro, mi sono tuffata su ibs e l'ho comprato.
Doveva essere mio, dovevo leggerlo.
Insomma, come potevo ignorare un libro che si presenta così?
Le biblioteche contengono storie. Le storie contengono universi. E certi universi possono essere molto pericolosi. Una fiaba misteriosa sul potere della lettura: liberarci dalla prigione della nostra infelicità.   
Potete ben capire il mio disagio, da amante dei libri e di Murakami, nel leggere queste parole. *-*

Peccato che...
Peccato che questo racconto risulta inconcludente. E non credo che possa definirsi così com'è stato fatto: un capolavoro. Murakami ha sicuramente tirato fuori dalla sua penna storie più profonde, più belle. Norwegian Wood, quello sì che, a mio parere, può essere considerato un capolavoro. Non questo.
Ma andiamo con ordine.

Conoscendo Murakami e visto quell'incipit, mi aspettavo qualcosa di pazzesco. Viaggi onirici, in altre dimensioni, che affrontavano temi particolari sul potere della lettura come mezzo di liberazione.
Qualcosa che mettesse davvero in primo piano la lettura.
Ma sinceramente non ho trovato niente di tutto questo.
Il racconto in sé ha un buon potenziale: parla di questo ragazzo che, entrato in una biblioteca solo per restituire dei libri e prenderne altri, viene mandato nella stanza 107.
Una stanza sotterranea, dove incontra un vecchio stranissimo. Il vecchio lo invita a restare a leggere i tre libri sulla riscossione delle tasse nell'impero ottomano che il ragazzo ha appena richiesto. Il ragazzo, che non riesce a dire di no a nessuno, seppur controvoglia (sua madre starà sicuramente in ansia se non tornerà a casa in orario!) accetta. A questo punto viene condotto, attraverso un enorme labirinto di corridoi, in una stanza molto buia, la sala di lettura, dove incontra un uomo vestito con pelli di pecore, che chiamerà, appunto, l'Uomo-Pecora. Peccato che non si tratti di una vera e propria sala di lettura, ma di una sorta di prigione. Il ragazzo, infatti, verrà rinchiuso in una cella e il suo destino non sembra essere così promettente. 
Da qui ha inizio una vicenda molto particolare, con un alternarsi di scene a tratti inquietanti, a tratti surrealistiche. Descrizioni così chiare che sembra quasi di toccare con mano i personaggi. 
Infatti, le illustrazioni di LRNZ che accompagnano la storia, sono molto belle, ma ciò che guida davvero il lettore, sono le magiche parole dello scrittore. 

Alla fine, il libro, si chiude con un lutto che, a mio parere, non è stato ben trattato.
In forma poetica, nel giro di poche righe, Murakami scrive la fine di questo racconto, che lascia nel lettore in un profondo senso di smarrimento.
Cosa vuol dire? Perché è successo questo? Cosa ci vuole far capire, precisamente, l'autore giapponese?

Il potere dell'immaginazione può essere così forte da salvarci? Questo è il quesito più importante che il libro ci pone, è chiaro.
Ma da cosa precisamente questo ragazzo dev'essere salvato? La storia narrata è davvero realtà, o è stato solo frutto dell'immaginazione del ragazzo per fuggire dalla cruda e difficile realtà che sta vivendo, per darsi forza, sapendo che il male può essere vinto anche dall'essere più innocuo e indifeso e che si raggiungerà sempre la luce alla fine del tunnel?
Io non lo so.
Ancora adesso, dopo quasi un giorno alla fine della lettura, mi rendo conto che più cerco di ragionare su questa storia e più mi confondo.
Forse Murakami non ha voluto regalarci un finale più concreto, per lasciar vagare la nostra, di immaginazione e cercare di liberarci dalle nostre frustrazioni tramite questo libro?
Continuerò a dirlo: non lo so.
Forse devo rileggere questo libro con più attenzione per scoprire il vero messaggio che l'autore giapponese ha voluto mandarci. O forse il libro è così e basta. Non ha un perché, non ha una meta ben precisa. Anche se quest'ultima possibilità mi sembra poco probabile: tutti i libri di Murakami hanno un messaggio finale. Forse questo è solo più difficile da decifrare.

Insomma, a conti fatti, questo libro è interessante e carino, ma niente di eccezionale. Non mi pento assolutamente di averlo comprato, rimane comunque un bel libro: rilegato, con pagine plastificate e le bellissime illustrazioni di LRNZ, ne fanno un piccolo gioiellino dal punto di vista editoriale.
E voi avete letto questo libro?
Se sì, ditemi cosa ne pensate. Sono curiosa di sapere se avete avuto le mie impressioni o se siete riusciti a cogliere questo romanzo nella sua interezza.
Spero che la recensione vi sia piaciuta, purtroppo con la confusione che ho su questo libro, non sono riuscita a scrivere una recensione che mi soddisfacesse appieno.
Vi mando un bacione, a presto lettori ♥








2 commenti:

  1. Non ho mai letto nulla di questo autore, ma sembri così entusiasta che mi hai fatto venire una gran voglia di recuperare. Magari non subito con questo (anche se la trama mi ispira molto), ma magari con Norwegian Wood =)

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  2. Ciao Alba :)
    Ho letto anche io questo racconto da pochissimo, e mi ha lasciato la stessa sensazione di incompletezza che descrivi; arrivata all'ultima pagina ho continuato a chiedermi: cosa voleva dire l'autore? Quale significato profondo non riesco a cogliere?
    E ancora non sono riuscita a darmi una risposta in realtà. Ho capito che uno dei significati era quello della capacità della lettura di trascinarti in altri mondi, ma come questo si ripercuota poi sulla nostra vita secondo l'autore continua a sfuggirmi.
    Ottima recensione comunque, se ancora non l'hai letto, ti consiglio vivamente 1Q84, secondo me l'opera più profonda e particolare di questo autore, io l'ho amata con tutta me stessa (e anche questa ti regala giorni e giorni di dubbi sui suoi innumerevoli significati!)

    Un bacione e a presto ^^

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